Francesco, via maestra verso Dio, dal giorno in cui – per caso – ti conobbi sentii di non volermi più allontanare da te. Della tua vita, niente di più bello avevo trovato in questa terra di polvere e uomini. Francesco, la nostra amicizia è spesso solo silenziosa tua presenza nella mia vita, ma ne ho la concreta certezza, come di quelle amicizie che durano da sempre e che ci sono, con il bene, anche quando la vita allontana e divide. Francesco da te ho imparato tutto della fede, niente senza di te. Di te ho visto la gioia e la spensieratezza, di te l’angoscia e la tristezza, di te l’umiltà e la pazienza, la solitudine e la sofferenza. Francesco, amico mio, mio compagno di strada, di te spesso ho perso le orme, dimenticando gli ultimi della mia vita e scegliendo le relazioni più comode e gratificanti. Di te ho dimenticato l’insegnamento del cuore: mettersi all’ultimo posto con gioia e con amore, senza orgoglio né superbia. Francesco, non mi è mai importato niente che ci siano più di 800 anni a separarci, perché, nei tuoi frati e nella tua Chiesa madre – oggi più che mai col pastore che porta il tuo nome e non solo quello – tu ci sei, vivi, insegni, rimani. Francesco, uomo affascinante, uomo di Dio, uomo della vita nuova, uomo del perdono e della riconciliazione, uomo della rinascita, dell’amore profondo e incarnato, uomo di ogni storia e di ogni tempo, Grazie! Grazie del tuo coraggio, della tua follia, del tuo amore, della tua cocciutaggine, della tua ribellione. Grazie uomo, grazie amico, grazie santo!
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La Verna – salita al monte Penna
Foto di una passeggiata sul monte Penna, partendo dal Santuario della Verna (AR).
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La Verna
«Non est in toto sanctior orbe mons» (Non vi è al mondo monte più santo).
E non c’è frase più calzante di questa per provare a balbettare qualcosa sul Santo Monte della Verna.
Santità fondata sulla roccia. Ferma, fredda, immensa. La Verna è un luogo nel quale non si può non andare. Io ho avuto la fortuna di andarci sempre in occasione di ritiri organizzati dai Frati Minori, ma c’è tanta gente che ci capita per caso e poi capisce che quel caso è Grazia per la sua vita.
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Con Assisi nel cuore
Ricordo perfettamente la prima volta che la vidi, da lontano, quella statua d’oro di Maria – bellissima – che dominava la pianura circostante. Era il 2 agosto 2001 e io stavo arrivando a piedi insieme alla Marcia Francescana della Toscana. Ricordo perfettamente il bacio al suolo di quella piazza grande, gremita di gente e l’ingresso, pieno di emozione, in Basilica sotto lo striscione “Voglio mandarvi tutti in Paradiso”. Ricordo il passaggio in Porziuncola, il cuore palpitante di Assisi: Hic est porta vitae aeternae e Hic locus santus est. Un’emozione fortissima, indescrivibilmente profonda, vera.
Da quel giorno non posso più contare gli arrivi sulla Piazza e i miei passaggi in Porziuncola, non posso più contare le mie soste nel luogo santo e le mie toccate e fuga, solo per lasciare una preghiera lì. Da quel giorno è stato impresso il sigillo della Porziuncola nel mio cuore, come mia casa spirituale. E, proprio come il luogo nel quale siamo nati suscita in noi emozioni che nessun altro luogo al mondo suscita, così la Porziuncola provoca nel mio cuore sentimenti di commozione e barlumi di luce. Lo stesso effetto di quando arrivo sulle mie verdi colline dopo tanto tempo.
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