«Mio caro amico – disse – qui sono nato
e in questa strada ora lascio il mio cuore…»
Proprio ora che mi ritrovo in un ufficio di fianco all’autostrada, cittadina di una città non mia – ma lo stesso bella ed entusiasmante – vicina a colleghi nati e sempre vissuti in città, mi rendo conto di ciò che la campagna mi ha insegnato. E gliene sarò per sempre grata.
La pazienza. Sublime compagna di viaggio, difficilmente mia padrona di casa. Vista ogni giorno come virtù inarrivabile e da conquistare. La pazienza – quella poca che ho e che mi è rimasta – me l’ha insegnata la mia campagna. Lontana da tutto, sempre. Costretta a prendere l’autobus e spendere 1 ora di tempo per fare meno di 20 km (e non sono nata nel medioevo ma nell’84!). Senza niente a portata di mano. Senza mai poter dire “mi serve questo” e uscire a comprarlo.
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