Pubblicato in: Viaggi, Vita

Ti saluto 2015. Con lo sguardo di chi viaggia, anche senza cambiare paese.

Pre Scriptum: questo post è scritto alla rovescia. La piramide qui è diritta. Prima le mie riflessioni e dopo il succo. A chi interessa solo il succo vada a leggere da Auguri in poi!

In questi ultimi giorni dell’anno mi sono offerta di preparare una bozza di viaggio di nozze a due amici prossimi al matrimonio. Loro volevano organizzare il loro viaggio senza agenzia e a me piace un sacco organizzare viaggi! E se non lo faccio ora, durante il periodo natalizio, non so se troverò più il tempo per farlo!

Il fatto è che fare questa attività mi ha aperto panorami riflessivi nel cervello. Voglie. Desideri di sconfinare. Consapevolezze di una bellezza seminata in tutto il mondo e voglia matta di scoprirla.

Sto guardando da ieri la cartina (Google Maps intendiamoci)

maps

e sono attratta da posti nuovi, soprattutto da quelli caratteristici, piccoli, poco o per niente turistici. Vabbè poi io ho un’attrazione particolare, spasmodica, fortissima, un’attrazione calamitosa verso tutti quei luoghi dove la pelle di chi vive lì è più scura della mia – perché i raggi del sole l’hanno tinta giorno dopo giorno – dove il mare bagna le coste e pronuncia le sue parole a ogni onda che arriva a riva, comprensibili solo a chi le conosce da sempre. Dove le case hanno i tetti pari, perché lì non piove mai. Dove le strade sono piccole e scoscese, dove le pietre si vedono bene. Dove il blu è il colore principale, e il verde a volte è verde e a volte è marrone, perché arso dal sole. Dove in spiaggia ci sono i pescatori con le loro barche, e qualche persona del posto. Dove esistono ancora case (magari piccole e abusive) direttamente sul mare. Dove si può sognare qualcosa di meglio, ma dove la natura ha ancora la meglio su tutto il resto, è il soggetto di ogni frase e mai il complemento oggetto, presente e futuro, mai passato remoto.

Auguri.

Allora guardo quest’anno che sta per concludersi cercando di indovinare lo sguardo dei pescatori dei miei luoghi reali e immaginari insieme quando la sera tornano a riva, con un Grazie per la giornata trascorsa, perché le onde – per quanto agitate – non gli hanno impedito di tornare a casa, con la Fiducia di chi vive il giorno per giorno della vita, e con la Speranza per l’indomani, perché non manchi mai il nutrimento (materiale e non) sufficiente per andare avanti.

Una riflessione e un augurio perché lasciamo questo anno dietro le spalle con la consapevolezza di chi ha fatto del suo meglio e di chi ha imparato a contare i propri giorni senza andare troppo indietro o troppo avanti.

Buon 2016 a tutti!

 

 

 

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