Pubblicato in: Viaggi, Vita

Ti ascolto

ti-ascoltoEra davvero molto tempo che non mi capitava di fare un viaggio in treno. Il treno in fondo mi è sempre piaciuto: mi piace viaggiare e poter guardare fuori dal finestrino, viaggiare e incontrare altra gente, viaggiare e cercare di indovinare le storie degli altri. Per caso oggi il mio vicino di posto, dopo aver chiuso una telefonata, mi ha chiesto se poteva parlare e sfogarsi un po’. Io, senza neanche avere il tempo di annuire, mi sono trovata travolta dalla sua vita, dalla sua storia – a detta sua complicata – dal suo bisogno di raccontarsi. E l’ho ascoltato. Alla fine non avevo chance. Mi ha ingabbiata e l’ho ascoltato. Ogni tanto il signore anziano seduto dall’altra parte del corridoio guardava l’uomo al mio fianco con aria perplessa, forse giustamente. In fondo è insolito che un perfetto estraneo si metta a raccontare i particolari della sua vita a una perfetta sconosciuta, come me. Una storia complicata certo, ma… quale storia non lo è?!

Mentre ascoltavo quest’uomo mi sembrava di ascoltare la vita di molti, la vita di tutti. Mentre lui parlava di sé, parlava di me, parlava di quel signore anziano, di quella ragazza ubriaca che stava barcollando avanti e indietro per il corridoio e sbatteva la porta, parlava di quel ragazzo davanti a noi con le cuffie agli orecchi e di quella donna sola che guardava fuori dal finestrino. Continua a leggere “Ti ascolto”

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Pubblicato in: Film, Vita

La pazza gioia

LA-PAZZA-GIOIA-Locandina-Poster-2016Cinemino come ai vecchi tempi, seduti in galleria.
Ormai avere un cinema così – tradizionale – è diventato un lusso e quando mi capita mi piace troppo (dal mio punto di vista i multisala non hanno poesia).

Virzì non mi ha mai delusa (anche lui per me è come Checco, ognuno nel suo genere s’intende!) e La pazza gioia è davvero un film intenso, che ti coinvolge fino in fondo, forse – oserei dire – uno dei più belli di Virzì (e mi piacciono tutti tantissimo).

Non farò spoiler, io sono andata a vederlo senza minimamente sapere di cosa parlava. Sulla fiducia. Quindi non vi svelo niente, ma si può benissimo parlare del film senza parlare della trama perché la trama non è tutto, molto di più sono i profili di donna che emergono in modo così vero, profili di un’intensità talmente reale che è molto difficile trovarli al cinema, profili che ti fanno entrare in profondità dentro di loro tanto da farti sentire davvero quello che loro sentono.

Le due donne del film, la loro vita interiore e il legame che le tiene unite si alleano a poco a poco con le parti più intime e infime della tua esistenza, e ti aiutano a dar loro una casa, una collocazione, un posto e ti consentono di riconoscerle senza troppi giri di parole. E dal basso – che più basso non si può – ti fanno lentamente ripartire. Solo con un anelito o con un desiderio flebile, ma non ti lasciano fino alla fine nel baratro. Ti fanno insieme a loro sognare una risalita, per quanto la strada sia buia e sconosciuta, per quanto quella bassezza a qualcosa sia servita.

Pubblicato in: Vita

Il lusso del tempo perso a ridere

ridereAlla fine mi vien da pensare stasera che non è da tutti potersi permettere – in un pomeriggio qualunque di un martedì lavorativo – di fermarsi a fare merenda con delle amiche e passare inaspettatamente più di un’ora piegate dalle risate. È un privilegio di chi ha scelto un lavoro strano, come il mio.
Non è da tutti darsi tempo, e di solito non lo faccio nemmeno io.
Ma oggi – dopo secoli che non ridevo e facevo ridere così tanto (sì poi – lo ammetto –  se inizio per caso a raccontare le mie figuracce non la smetto più) sono proprio contenta di essermi permessa questo lusso del tempo perso.

In un mondo dove il tempo lo devi sfruttare al massimo (io sono la prima che, avendo due lavori e orari strani e molto flessibili, voglio sempre usarlo tutto fino in fondo per fare quello che devo fare – e poi non ci riesco mai come vorrei), concedersi – così senza averlo organizzato – un’ora di risate e amicizia è proprio una cosa bella.
La consiglio a tutti.
Fa tornare indietro di un po’ di anni, fa tornare a quell’età in cui il tempo passato a ridere era all’ordine del giorno.
Mi ricordo dei pomeriggi piegate in due, pomeriggi che io e la mia amica Cecilia passavamo, rimeditando su quante ne avevamo combinate, riraccontandoci per l’ennesima volta le stesse scene. Risate su risate, da farsi sentire gli addominali.

E allora dedico questo post a chi oggi, e tutte le volte nella mia storia passata, mi ha tirato fuori risate gratuite e bellissime e racconti da far morire da ridere. E lo dedico a tutti coloro che di risate hanno bisogno, perché possano incontrare qualcuno che – senza preavviso – gliele strappa da dentro.
Ridere fa rima con sorprendere: è l’antidoto, infatti, per sorpredere noi stessi e gli altri. Per meravigliarsi che – nonostante tutte le contraddizioni e gli schiaffi della vita – da qualche parte c’è qualcuno con cui poter condividere una risata a bocca larga, di quelle che fanno un gran rumore e un gran bene.

Pubblicato in: Amore, Politica, Vita

Sulle unioni civili e il ddl Cirinnà

Quello che penso riguardo al decreto Cirinnà è semplice: ha sbagliato mira.
Perché mettere insieme due questioni così diverse come una regolamentazione giuridica per le coppie omosessuali e la questione dei figli (con la stepchild adoption)? Ha fatto un calderone, quando poteva procedere step by step, come insegna anche il buonsenso più spicciolo.

Diritti o no?

Per quanto riguarda i diritti alle coppie omosessuali, io sono d’accordo. Continuare a far finta che in Italia esistano giuridicamente solo le coppie etero mi sembra un po’ ipocrita. Che ci sia una regolamentazione patrimoniale, di assistenza, che garantisca loro il diritto basilare di scegliere di poter lasciare l’eredità al compagno/a o di far sì che sia lo stesso ad occuparsi dell’assistenza ospedaliera etc. mi sembra piuttosto saggio. Proprio in un’ottica umana, che è poi la stessa cosa che dire ottica cristiana (ho imparato che Cristo sempre promuove l’uomo nella sua interezza), mi sembra giusto occuparsi con sguardo di carità e rispetto di queste coppie. Continua a leggere “Sulle unioni civili e il ddl Cirinnà”

Pubblicato in: Viaggi, Vita

Ti saluto 2015. Con lo sguardo di chi viaggia, anche senza cambiare paese.

Pre Scriptum: questo post è scritto alla rovescia. La piramide qui è diritta. Prima le mie riflessioni e dopo il succo. A chi interessa solo il succo vada a leggere da Auguri in poi!

In questi ultimi giorni dell’anno mi sono offerta di preparare una bozza di viaggio di nozze a due amici prossimi al matrimonio. Loro volevano organizzare il loro viaggio senza agenzia e a me piace un sacco organizzare viaggi! E se non lo faccio ora, durante il periodo natalizio, non so se troverò più il tempo per farlo!

Il fatto è che fare questa attività mi ha aperto panorami riflessivi nel cervello. Voglie. Desideri di sconfinare. Consapevolezze di una bellezza seminata in tutto il mondo e voglia matta di scoprirla.

Sto guardando da ieri la cartina (Google Maps intendiamoci)

maps

e sono attratta da posti nuovi, soprattutto da quelli caratteristici, piccoli, poco o per niente turistici. Vabbè poi io ho un’attrazione particolare, spasmodica, fortissima, un’attrazione calamitosa verso tutti quei luoghi dove la pelle di chi vive lì è più scura della mia – perché i raggi del sole l’hanno tinta giorno dopo giorno – dove il mare bagna le coste e pronuncia le sue parole a ogni onda che arriva a riva, comprensibili solo a chi le conosce da sempre. Dove le case hanno i tetti pari, perché lì non piove mai. Dove le strade sono piccole e scoscese, dove le pietre si vedono bene. Dove il blu è il colore principale, e il verde a volte è verde e a volte è marrone, perché arso dal sole. Dove in spiaggia ci sono i pescatori con le loro barche, e qualche persona del posto. Dove esistono ancora case (magari piccole e abusive) direttamente sul mare. Dove si può sognare qualcosa di meglio, ma dove la natura ha ancora la meglio su tutto il resto, è il soggetto di ogni frase e mai il complemento oggetto, presente e futuro, mai passato remoto.

Auguri.

Allora guardo quest’anno che sta per concludersi cercando di indovinare lo sguardo dei pescatori dei miei luoghi reali e immaginari insieme quando la sera tornano a riva, con un Grazie per la giornata trascorsa, perché le onde – per quanto agitate – non gli hanno impedito di tornare a casa, con la Fiducia di chi vive il giorno per giorno della vita, e con la Speranza per l’indomani, perché non manchi mai il nutrimento (materiale e non) sufficiente per andare avanti.

Una riflessione e un augurio perché lasciamo questo anno dietro le spalle con la consapevolezza di chi ha fatto del suo meglio e di chi ha imparato a contare i propri giorni senza andare troppo indietro o troppo avanti.

Buon 2016 a tutti!