Cinemino come ai vecchi tempi, seduti in galleria.
Ormai avere un cinema così – tradizionale – è diventato un lusso e quando mi capita mi piace troppo (dal mio punto di vista i multisala non hanno poesia).
Virzì non mi ha mai delusa (anche lui per me è come Checco, ognuno nel suo genere s’intende!) e La pazza gioia è davvero un film intenso, che ti coinvolge fino in fondo, forse – oserei dire – uno dei più belli di Virzì (e mi piacciono tutti tantissimo).
Non farò spoiler, io sono andata a vederlo senza minimamente sapere di cosa parlava. Sulla fiducia. Quindi non vi svelo niente, ma si può benissimo parlare del film senza parlare della trama perché la trama non è tutto, molto di più sono i profili di donna che emergono in modo così vero, profili di un’intensità talmente reale che è molto difficile trovarli al cinema, profili che ti fanno entrare in profondità dentro di loro tanto da farti sentire davvero quello che loro sentono.
Le due donne del film, la loro vita interiore e il legame che le tiene unite si alleano a poco a poco con le parti più intime e infime della tua esistenza, e ti aiutano a dar loro una casa, una collocazione, un posto e ti consentono di riconoscerle senza troppi giri di parole. E dal basso – che più basso non si può – ti fanno lentamente ripartire. Solo con un anelito o con un desiderio flebile, ma non ti lasciano fino alla fine nel baratro. Ti fanno insieme a loro sognare una risalita, per quanto la strada sia buia e sconosciuta, per quanto quella bassezza a qualcosa sia servita.
Tra i film italiani usciti nel 2016 mi è piaciuto molto anche quest’altro: https://wwayne.wordpress.com/2016/05/22/il-giorno-di-timber/. L’hai visto?