Ho scoperto questa poesia poco fa, mentre ascoltavo una meditazione che p. Ermes Ronchi ha fatto prima di Natale a Romena. Ho pensato di aggiungerla alla lista delle mie poesie sul blog: è bellissima nella sua semplicità.
Alda Merini l’ha scritta all’età di 17 anni.
Chapeau.
La voglio dedicare a quelli che non hanno paura di farsi ricondurre sempre sulla strada maestra della vita, a chi vive sapendo che «vivere è l’infinita pazienza di ricominciare» (cit. Ermes Ronchi), ogni giorno sempre. E a chi vive tutto questo ancora di più adesso, nel tempo di Natale. Tempo che ci ricorda che Dio non è stanco di ricominciare con noi (e solo Lui sa come possa non esserlo). «E niente è più fecondo e più stupendo».
Bisogna essere santi
per essere anche poeti:
dal grembo caldo d’ogni nostro gesto,
d’ogni nostra parola che sia sobria,
procederà la lirica perfetta
in modo necessario ed istintivo.Noi ci perdiamo, a volte, ed affanniamo
per i vicoli ciechi del cervello,
sbriciolati in miriadi di esseri
senza vita durevole e completa;
noi ci perdiamo, a volte, nel peccato
della disconoscenza di noi stessi.Ma con un gesto calmo della mano,
con un guardar “volutamente” buono,
noi ci possiamo sempre ricondurre
sulla strada maestra che lasciammo,
e nulla è più fecondo e più stupendo
di questo tempo di conciliazione.
Grazie per la dedica